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Mentre il lander Mars InSight inizia ad ascoltare l’interno di Marte, alcuni scienziati stanno già ipotizzando che alcuni terremoti possano essere segnali della presenza di falde acquifere sotto la superficie ghiacciata del Pianeta Rosso.

L’idea, proposta da Michael Manga, scienziato planetario presso l’Università della California a Berkeley, e dai suoi colleghi, è che Marte potrebbe sperimentare terremoti molto simili a quelli che si producono in Oklahoma ed in Texas a causa delle iniezioni di acqua nel sottosuolo con la tecnica del fracking.

Sulla Terra, l’acqua utilizzata nella tecnica del fracking viene iniettata in profondità nel terreno dove aumenta la pressione tra gli interstizi, minuscoli spazi tra i grani che compongono il terreno. Questa pressione può allentare gli spazi tra i granelli e farli scivolare inviando vibrazioni al terreno stesso, provocando così un terremoto.

Su Marte, potrebbe anche influenzare la pressione dei pori, secondo Manga, che è l’autore principale di un articolo che descrive la loro ipotesi nella rivista AGU Geophysical Research Letters. Ma invece del fracking, Manga propone che le temperature invernali della superficie di Marte possano penetrare verso il basso in acque sotterranee liquide, congelando gli strati superiori delle falde acquifere e comprimendo le acque sottostanti ancora liquide. Quest’acqua sotterranea pressurizzata potrebbe allentare le faglie su Marte e causare proprio i tipi di terremoti superficiali che sono già stati rilevati dal lander Insight, sempre secondo Manga.

Tuttavia ciò non basta, perché i terremoti hanno bisogno di inneschi. Modellando le loro ipotetiche falde acquifere ghiacciate, Manga e i suoi colleghi hanno scoperto che i due fattori che scatenerebbero i terremoti sono le influenze gravitazionali di Phobos e del Sole, così come i cambiamenti di pressione barometrica. L’ultimo è causato dal riscaldamento e dal raffreddamento della sua tenue atmosfera da parte del Sole.

Se Manga e i suoi colleghi hanno ragione, Insight dovrebbe iniziare a rilevare uno schema nei terremoti che corrisponde ai cambiamenti nelle forze mareali ed alla pressione barometrica. Se ciò accadesse, potrebbe essere considerata come una prova della presenza di acque sotterranee profonde e pressurizzate. Se quell’acqua esistesse davvero, i futuri esploratori di Marte potrebbero essere in grado di trivellare e lasciare che l’acqua sgorghi fuori dal terreno sotto la sua stessa pressione, come una sorgente artesiana.

L’ipotesi potrebbe anche spiegare alcune caratteristiche, come le creste ghiacciate ed i crio-vulcani visti sulle lune ghiacciate del sistema solare.

Sempre secondo Manga, cosa accadrebbe se gli schemi dei terremoti marziani non si adattassero al modello dell’acqua sotterranea pressurizzata? “In ogni caso, la risposta sarebbe affascinante”.

Traduzione di Marco De Marco

Fonte: https://phys.org/news/2019-06-ice-squeezed-aquifers-marsquakes.html

Fonte AGU: https://blogs.agu.org/geospace/2019/06/25/ice-squeezed-aquifers-might-create-marsquakes/

Ricerca completa scaricabile gratuitamente in PDF:
“Squeezing Marsquakes out of groundwater” https://www.essoar.org/doi/pdf/10.1002/essoar.10500972.1

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