La perforazione del suolo marziano ad opera della sonda di calore HP3 si è arrestata a soli 30 cm di profondità e da più di un mese non c’è verso di andare oltre.
Nonostante l’uso del sismometro per cercare di determinare la natura dell’ostacolo incontrato, al momento non si è ancora riusciti a determinare cosa impedisca di procedere nella perforazione.
Nel frattempo un certo pessimismo si sta diffondendo tra i tecnici impegnati nel tentativo di riprendere l’operatività dell’HP3 e si valuta anche l’opportunità di provare a riposizionare la sonda stessa, anche se l’operazione risulterebbe molto rischiosa per l’incolumità della sonda stessa e comunque nel dubbio che il problema possa ripresentarsi.
Infatti, se il problema fosse dovuto ad uno strato di roccia, il limitato raggio d’azione del braccio robotico di InSight potrebbe essere insufficiente a trovare un punto perforabile.
Sarebbe un vero peccato dover rinunciare ad un esperimento così importante e mi chiedo se veramente i progettisti dell’HP3 fossero convinti di incontrare solo sabbia e piccolo sassolini; come hanno potuto non considerare la possibile presenza di uno strato roccioso?