Ciò che avevo già informalmente annunciato un paio di giorni fa, dall’analisi di alcune foto di Marte scattate da astrofili con telescopi amatoriali da Terra, è diventata una notizia ufficiale.
La tempesta di sabbia innescatasi il 31 maggio ha avvolto l’intero pianeta e dopo aver completamente oscurato “a notte” il sito di Opportunity, ha già ridotto drasticamente la visibilità anche nel sito di Curiosity dove il Sole è ormai invisibile come se fosse coperto da spesse nubi.
In una scala chiamata “tau” ed abbreviata con l’omonima lettera greca “τ”, si esprime la trasparenza dell’atmosfera con valori che vanno da 0 (totalmente limpida e trasparente) a 12 (totalmente impenetrabile alla luce e quindi buio totale anche di giorno). Le ultime misure inviate da Opportunity due settimane fa davano τ=11.8 laddove attualmente Curiosity svetta già a τ=8 con un paesaggio illuminato debolmente da una luce crepuscolare rossa nella totale assenza di ombre.
Nonostante la sua tenue atmosfera (o presunta tale!), tempeste di questa portata arrivano a sollevare la polvere fino ad oltre 60 chilometri di quota per mesi; l’ultima di questa portata si è verificata nel 2007. I rover presenti allora erano dipendenti dall’energia solare e dovettero quindi essere messi in uno stato detto di “ibernazione” perdendo così la capacità di documentare il fenomeno dal suolo.
Curiosity invece, funzionando a batterie atomiche, potrà documentare per la prima volta ciò che succede sulla superficie di Marte durante una tempesta di sabbia globale, fornendoci informazioni preziose alla comprensione dei fenomeni che portano un’atmosfera così rarefatta a sollevare una quantità così inaudita di polvere, fenomeno ancora non del tutto chiaro neanche per gli scienziati della NASA e del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena.

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